Il procuratore Curcio a Matera per una sessione di studi sulla criminalità organizzata
Francesco Paolo Curcio, procuratore capo della Repubblica di Potenza, era questa mattina a Matera ad un corso sulla criminalità organizzata rivolto agli operatori della giustizia e del diritto.
Il pm si è soffermato in particolare sull’istituto della protezione del “testimone vulnerabile”, sulla differenza tra partecipazione e concorso esterno in merito al reato di associazione di tipo mafioso, nonchè sull’articolo 416 ter del codice penale.
Il concetto di “vulnerabilità” è stato introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento dal d. lvo 212/2015 (recepito nella norma di cui art. 90 c.p.p.) con riferimento alla persona offesa e poi esteso anche al testimone (in particolare per la figura del minore) tramite la ratifica della Convenzione di Lanzarote.
Per quanto riguarda gli istituti della partecipazione e del concorso esterno il procuratore ha ribadito che si tratta di due istituti diversi: il primo previsto e sanzionato dall’art. 416 bis del Codice Penale, il secondo dall’art. 110.
In merito, infine, al reato tipico di amministratori e politici (di “scambio elettorale politico – mafioso”) che “rafforzano” l’associazione di tipo mafioso, si applica invece l’articolo 416 ter del Codice Penale (la cui fattispecie è stata riformulato solo di recente). “La difficoltà in questo caso – ha spiegato Curcio – è quella di provare che il rapporto in essere tra appartenente alle istituzioni (sia esso amministratore o politico) e appartenente a clan mafiosi abbia concretamente ed effettivamente rafforzato il sodalizio mafioso ovvero che lo abbia avvantaggiato. Non è sufficiente insomma la semplice contiguità tra questi due soggetti.”