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Due nuovi ed importanti presìdi sul territorio contro la criminalità organizzata

La Dia (direzione investigativa antimafia) è lo strumento che il procuratore capo di Potenza, Francesco Paolo Curcio, aveva chiesto sin dal suo insediamento nel capoluogo lucano. La Dda (direzione distrettuale antimafia) è invece l’ufficio costituito direttamente presso il Palazzo di Giustizia foggiano e non più dipendente da Bari.

Sono i due provvedimenti annunciati lo scorso fine di gennaio. Il primo durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario in Basilicata, il 22 gennaio; il secondo nell’ultima (del 17 gennaio) riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza presso la Prefettura di Foggia.

Due importanti traguardi nel contrasto al fenomeno della criminalità organizzata: quella feroce della cd “società foggiana” e quella più nascosta, ma tutt’ora attiva, in Basilicata.

Come dimostrano, infatti, le recenti indagini (coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza), sono state evidenziate, condotte ascrivibili a reati associativi (in particolare di tipo mafioso) , nei confronti dei clan Stefanutti – Martorano e Riviezzi nella zona del vulture – melfese e nei confronti di un sodalizio operante nella fascia ionica tra Policoro e Montalbano ionico (facente capo a due noti personaggi, finiti già diverse volte in procedimenti simili in Basilicata, Salvatore Scarcia e Gerardo Schettino).

Tra ottobre e gennaio scorso, infatti, sono stati eseguiti eseguite ordinanze di misure, in due distinte operazioni condotte dalla Dda, nei confronti di componenti dei clan Stefanutti – Martorano e Riviezzi nella zona del vulture – melfese. E’ invece del gennaio 2021 l’operazione “Faust” che ha accertato collegamenti tra i clan Scarcia e Schettino, rispettivamente di Policoro e Scanzano ionico, con la ‘ndrangheta della costa Pisano di Rosarno

Decine, invece, gli atti estorsivi dall’inizio dell’anno a Foggia e provincia. La cd. quarta mafia dalla fine degli anni ottanta, e fino agli anni dieci del duemila, è stata interessata da ben cinque “guerre di mafia” per regolamento di conti con decine di morti tra i vari componenti dei clan. A spartirsi il territorio del foggiano e del Gargano sono famiglie che operano, oltre che nel capoluogo, anche in comuni come San Severo, Lucera e Cerignola; inoltre, (secondo il report annuale del Sole24ore) Foggia è la seconda provincia in classifica, dietro Caltanissetta, per numero di omicidi volontari (2,3 ogni 100mila abitanti) con una pervasività mafiosa solo di recente riconosciuta.

In Basilicata invece si è parlato di cd quinta mafia (che nasce da rapporti e frequentazioni in carcere con appartenenti a ‘ndrangheta e sacra corona unita) sin dagli inizi degli anni ’90, a causa di sodalizi “mafiosi” operanti nei paesi di Montescaglioso e Policoro e del processo “basilischi” nel potentino .

L’organizzazione criminale, denominata “società foggiana”, nasce invece all’inizio degli anni 1980 come “costola” della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.

Due provvedimenti, dunque, quelli dell’istituzione delle due unità antimafia, attesi e necessari: il primo, l’istituzione della Direzione investigativa antimafia in Basilicata, consentirà di avere un nucleo (anche di forze dell’odine) specializzato nel contrasto al fenomeno associativo di tipo mafioso; il secondo, la Direzione distrettuale antimafia presso gli uffici della procura di Foggia, di contrastare il fenomeno con una unità giudiziaria specializzata direttamente sul territorio.

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