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Tufello, libero e ribelle

Su uno dei colli a nord-est di Roma, il quartiere romano è parte del III Municipio (l’agglomerato amministrativo che conta più di 200.000 abitanti e che comprende anche il quartiere di Montesacro).

Bisogna salire su per viale Adriatico, prendendolo da piazza Sempione. Un quartiere tradizionalmente “di sinistra” ed in gran parte di edilizia popolare. Da queste parti bazzicava Rino Gaetano, ad esempio, al “Mezzo litro – bistrot” (che in realtà è a Montesacro). Abitava da queste parti il cantante calabrese ed è qui (sulla Nomentana) che andò a schiantarsi con la sua auto in una notte di più di quarant’anni fa.

Il “Mezzo litro”, storico locale nel quartiere di Montesacro

La stazione ferroviaria di Nomentana segna il confine con il quartiere Africano, mentre l’Aniene quello tra Nomentano e Montesacro. Tanti parchi, uno dedicato a Simon Bolivar (il rivoluzionario venezuelano che ha ispirato Fidel Castro e Che Guevara), per una zona ad alta densità di verde (è lungo il fiume che sorgono anche il Parco e la riserva naturale dell’Aniene ).

Dal punto di vista abitativo, dicevamo, è zona popolare, a differenza del vicino quartiere Nomentano che si sviluppa intorno alla lussuosa Villa Torlonia. A valle del Tufello (val Melaina) c’è via Ventotene, tristemente nota per un’esplosione da fuga di gas che costò la vita ad otto persone nel 2001.

Il Tufello (prende il nome dalla roccia su cui sorge) è sulla direttrice (purtroppo anche della malavita, in particolare dello spaccio e del consumo di droga) dei quartieri più periferici di Talenti e san Basilio. E’ anche, in particolare per le strade consolari della Nomentana e della Salaria che lo costeggiano, zona di transito (oltre il Grande Raccordo Anulare) verso l’Abruzzo.

Camminarci di notte è come scoprirne l’anima più autentica. Due grandi murales, da una parte all’altra di via Isole Curzolane, ritraggono “mandrake” Gigi Proietti e il giovane Valerio Verbano (militante di autonomia operaia ucciso nel 1980 in un agguato fascista).

Un quartiere profondamente operaio e popolare. Qui è nato negli anni ’70 il CCP (Centro di Cultura Popolare). Ancora se lo ricordano ad esempio il funerale laico di “Bud” (un signore della stazza di Bud Spencer che “disincentivava” dal consumo di eroina, molto diffusa nel quartiere soprattutto negli anni tra gli ’80 ed i ’90, a suon di ceffoni dicendo loro che “l’eroina distoglie dagli obiettivi della rivoluzione”). Su via delle Isole Curzolane poi c’è il Defrag, centro sociale da oltre vent’anni e la Palestra Popolare dedicata proprio a Valerio Verbano.

Ed è qui, infine, che Paolo Verticchio ha ambientato i suoi romanzi sulla saga “pasoliniana” di Joe Catinari. In “Uve nere” (Edizioni Scatole Parlanti, 2022) infatti i suoi personaggi si muovono tra i “palazzoni” e sono riconoscibili luoghi e situazioni del quartiere romano.

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