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Policoro e il “modello” lucano dell’accoglienza

Lo sbarco, per la prima volta, di 55 migranti con un’imbarcazione a vela nel paese lucano lo scorso aprile ha rimesso al centro del dibattito la questione immigrazione.

E’ soprattutto con riferimento al decreto sicurezza bis e alla “chiusura dei porti” (solo paventata dal ministro Salvini, ma che in effetti non argina il fenomeno dell’immigrazione clandestina) che la questione si pone.

Esiste infatti una rotta balcanica dell’immigrazione (come documentato, tra l’altro, da un recente servizio de L’Espresso) verso l’Italia che consente i cd “sbarchi fantasma”, non necessariamente nei porti ma con approdi di fortuna.

Il sindaco del paese sulla costa ionica, in controtendenza rispetto alla stretta sull’immigrazione del governo giallo-verde, aveva annunciato la costruzione di un centro per l’accoglienza di un centinaio di migranti. E ciò in linea con quanto espresso dalla regione lucana negli anni precedenti.

In occasione della fine del Ramadan a Matera, poi, si è tenuto un incontro per approfondire la conoscenza reciproca tra due culture, quella islamica e quella cristiana. Nelle sale della chiesa di san Rocco, infatti, sono state esposte foto e condivise esperienze e cibo etnico.

In relazione al provvedimento di revoca della protezione umanitaria, da parte della Prefettura di Matera nei riguardi di una donna richiedente asilo, si è espresso il presidente dell’ANCI di Basilicata, Salvatore Adduce.

La giurisprudenza si è già espressa in merito alla norma del “decreto sicurezza” che prevede appunto limitazioni al rilascio del permesso di soggiorno per protezione umanitaria, sancendone, tra l’altro, l’irretroattività.

Sul decreto sicurezza bis si è invece espresso l’ONU, bocciando il provvedimento (un disegno di legge non ancora approvato in Consiglio dei Ministri e che andrebbe ad integrare il decreto dello scorso autunno con il quale il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva annunciato di voler contrastare l’immigrazione).

l’UNHCR, intanto ha diffuso i dati degli sbarchi ( e, purtroppo, dei relativi morti) in tutto il mediterraneo europeo nei primi quattro mesi del 2019. In particolare sulle coste spagnole sarebbero sbarcati circa 18.000 migranti, su quelle italiane circa 1.600, con un numero di vittime che nel primo caso sarebbe di circa 400, nel secondo circa 155. Si tratta ovviamente solo dei dati conosciuti, perchè di immigrati registrati o perchè verificati. Per le vittime dei naufragi in mare l’UE è stata denunciata al Tribunale dell’Aia.

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