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ZAMBONI E QUELL’ESTATE A BERLINO

Era il 1981 quando, in un locale dell’avanguardia berlinese, avvenne l’incontro con Giovanni Lindo Ferretti

“Nessuna voce dentro: un’estate a Berlino ovest” è il libro/diario che Massimo Zamboni  ha scritto per i “Coralli” di Einaudi. L’ex componente dei CCCP prima e dei CSI poi (autore di diversi testi scritti a quattro mani con Giovanni Lindo Ferretti) ha pubblicato già altri libri (“L’eco di uno sparo”, ad esempio, è stato pubblicato, sempre da Einaudi, nel 2015) e quest’ultimo è scritto a circa quarant’anni dalla sua esperienza berlinese. E’ il 1981, infatti, quando (a soli ventiquattro anni) raggiunge la città tedesca, in quel periodo attraversata da fermenti giovanili culturali e musicali, in autostop da Reggio Emilia.

Una città, Berlino, meta di ragazzi provenienti da tutta Europa sull’onda lunga degli anni ’70 e che, nonostante il Muro, era molto vicina, soprattutto per atmosfera politica e culturale, a quanto proveniva dall’est Europa comunista.

E’ qui che nascerà il gruppo punk alternativo dei “CCCP – Fedeli alla linea” grazie all’incontro, proprio a Berlino, con Lindo Ferretti, come lui di Reggio Emilia e con le stesse esperienze di “appartenenza” politica e culturale.

“Ero spinto da una sorta di voglia di viaggiare per conoscere ciò che era Berlino in quegli anni.” – esordisce Zamboni  ad una delle presentazioni del suo libro – “A Berlino si respirava un’aria di novità e fermento, in un locale una sera incontrai Giovanni ed è lì che è nato il progetto dei CCCP. Eravamo attratti da tutto ciò che era alternativo.“ I CSI si sono sciolti negli anni ’90,ma ultimamente Lindo Ferretti ha affermato di essere rimasto particolarmente legato a Zamboni.

“Berlino ovest era l’avamposto dell’occidente capitalista – ha continuato – ma molti dei ragazzi che in quel periodo sceglievano Berlino come tappa dei loro viaggi, erano irrimediabilmente attratti da ciò che c’era al di là del Muro.”

Ed infine rispondendo ad una domanda sui cambiamenti sociali in atto ha risposto:”Il modello capitalista sembra quello vincente, ma non bisogna perdere la voglia di partecipazione.“

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