Potenza, la sfida urbanistica
Ricca di bellezze naturalistiche, immersa nel verde, ma anche con importanti ed innovative soluzioni urbanistiche, la città di Potenza sembra non avere lo stesso appeal della “collega” Matera. Raccogliendo la sfida urbanistica riuscirà a colmare questo “gap”?
POTENZA – Ad ottocento metri sul livello del mare, Potenza è uno dei capoluoghi più alti d’Europa. Urbanisticamente distinta in diversi quartieri e rioni, in realtà la città sorge fondamentalmente su tre “cucuzzoli” su cui si sviluppano soprattutto centro storico, rione Santa Maria e Poggio Tre Galli. Un serpentone corre nel “dirupo” tra queste montagnole collegando i rioni.
Storicamente ed economicamente basata su agricoltura e “notabilato”, Potenza è città fondamentalmente “aristocratica”. A differenza dell’altro capoluogo di provincia della Basilicata, Matera, che invece deriva la sua storia dalla civiltà contadina, infatti Potenza si è sviluppata solo come “feudo” borbonico, sede di uffici pubblici. Tutt’ora molti dei “poteri” ed istituzioni regionali (Regione, Università, Tribunali) hanno il loro centro direttivo proprio nel capoluogo di Regione. Potenza inoltre è uno dei capoluoghi a più alto reddito pro capite (in una classifica stilata dal Sole 24ore nel 2017 è addirittura la seconda città d’Italia a più alto reddito pro capite, pari a circa 20.000 euro), segno di una ricchezza basata, in molti casi, su rendite immobiliari e fondiarie.
Se ciò è vero, dunque, la città potentina non ha avuto bisogno degli sforzi di marketing territoriale operati dall’altra città lucana ai fini di uno sviluppo economico basato soprattutto sul turismo. Da questo punto di vista, infatti, a Potenza, nonostante non manchino le attrattive, non risultano efficaci azioni di marketing territoriale come invece nel caso di Matera.
Eppure, dicevamo, le attrattive non mancano: da un punto di vista prettamente naturalistico, ad esempio, la città è circondata da montagne (alte più di mille metri) d’inverno completamente innevate, ma l’impianto sciistico più vicino è a circa quaranta chilometri dal capoluogo.
Altre attrattive fanno invece più propriamente parte dell’urbanistica cittadina: è infatti il caso del Ponte Musmeci (progettato dall’omonimo ingegnere) o delle scale mobili (il percorso meccanizzato più lungo d’Europa). Lo stesso “snodo del Gallitello” che collega la zona residenziale con quella commerciale e dei servizi e che per decenni ha rappresentato un rompicapo urbanistico, oggi appare come un’importante ed innovativa soluzione urbanistica per un più moderno e agevole collegamento cittadino.
E’ infine in corso d’opera la realizzazione del progetto del “parco verde” su viale del Basento (lungo l’omonimo fiume) con un’innovativa passerella pedonale. E’ qui che in molti dicono”che la città si gioca buona parte del suo futuro”.
Quella dell’urbanistica, infatti, ma anche quella della razionalizzazione del verde pubblico, pare infatti essere una sfida che la città, raccogliendola, rilancerebbe l’immagine di una città “chiusa in se stessa”.