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Nord e sud: l’arte dove non l’aspetti

Dalle prealpi lecchesi ai vicoli della città vecchia di Bari. Realtà artistiche (di pittori, scultori, artisti in genere) poco conosciute ma di grande vitalità.

Osnago (Lecco) – Il luogo sembra uscito direttamente da un libro di fiabe. Già per arrivarci, lì verso le Prealpi, anche i pur efficienti servizi dei convogli di Trenord hanno dei problemi.

Ad attenderci c’è Casiraghy che ad Osnago conoscono praticamente tutti: quelli del locale circolo Arci della stazione, il parrucchiere che “conosce tutte le donne del posto”.

Particolare di un’installazione su di un torrente

In realtà Alberto Casiraghi è un vero e proprio unicum nel panorama “culturale” italiano: editore/stampatore con quasi 10.000 titoli in catalogo, ma anche illustratore e scrittore di aforismi, che ha collaborato con Alda Merini, Gillo Dorfles, Munari, solo per citarne alcuni).

L’eclettico artista brianzolo

Bari – Il “dedalo” di Bari vecchia lo imbocchiamo dal Castello Svevo. Un quartiere, quello della città vecchia, che è una kasbah come ce ne sono in quasi tutti i Paesi che costeggiano il mediterraneo. Uno scrigno che racchiude tanti tesori “nascosti”.

Tra questi, appena dietro la basilica – cattedrale di san Sabino, c’è il complesso di santa Teresa dei maschi: all’interno della chiesa (non sconsacrata) ormai da qualche anno sono in mostra le tele, i pannelli, le sculture, le installazione, della Bibart (biennale internazionale d’arte di Bari e area metropolitana). Sul retro la biblioteca metropolitana De Gemmis.

La basilica di san Sabino

C’è da consegnare un dipinto del lucano Canio Franculli (pittore, scrittore, psicologo), vincitore lo scorso anno di un premio alla Bibart, con una sua tela dal titolo “Mediterraneo”.

L’artista lucano all’interno della chiesa di santa Teresa dei maschi, adibita a mostra permanente

Osnago (Lecco) – Bruno Ferri è un “giovane” scultore di circa ottant’anni: codino grigio ed una casacca bianca. Con lui una donna esperta di yoga e pratiche indiane. Entriamo in quella che è una tipica coorte lombarda: un casale dove tutta sa di arte e di natura e che rimanda ad una cultura contadina.

All’ingresso un pannello (realizzato dallo stesso artista) racconta uno scorcio della vita di Osnago. Il suo studio è in realtà un laboratorio dove scultura e pittura si mescolano al teatro, alla danza ed allo yoga.

Legato alla sua terra (che valorizza con mostre ed eventi) ed alla terra in genere come elemento naturale (come gli insegnamenti del teatro giapponese o del sumo – “mantenere la leggerezza rimanendo fortemente attaccati alla terra” -), proprio in terra lombarda, dove la Brianza incontra le Alpi, Ferri ha messo su una compagnia teatrale che unisce performance artistiche, yoga e filosofia giapponese.

Il teatro Butoh di Bruno Ferri nasce proprio dall’incontro tra oriente e occidente, tra spirito e materia, tra locale e globale.

Bari – Miguel Gomez è barese autentico, nato in Germania e di madre spagnola. A coordinarlo nell’allestimento permanente del Bibart, una donna , lei sì dai lineamenti ispanici, che è artista dal tocco leggero.

Da piccolo segue il padre, artista affermato nella Parigi degli anni 70, e grazie a lui ha la fortuna di conoscere e frequentare gli atelier di Pablo Picasso e Bernard Dubuffet. Ma è l’incontro con Salvador Dalì che segnerà definitivamente la strada di Miguel Gomez, avvicinandolo all’arte in tutte le sue forme ed espressioni.

La sua pittura più matura si realizza in ritratti espressionisti con riferimenti alla pop art ed alla pittura metafisica.

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