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L’elezione del Presidente della Repubblica e le ipotesi in campo

Voci di corridoio girano già da qualche tempo. I nomi che continuano a circolare sono soprattutto quelle dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e dell’attuale premier, Mario Draghi. L’ipotesi di un Mattarella bis rimane sullo sfondo, come soluzione di extrema ratio.

Le elezioni si terranno in Parlamento, riunito in seduta comune, il prossimo lunedì 24 gennaio. A votare sono i cd “grandi elettori”, ossia gli stessi parlamentari più tre delegati per ogni regione. Si vota a scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi, dalla quarta votazione sarà sufficiente la maggioranza assoluta, come previsto dall’art. 83 della Costituzione.

Come per ogni elezione che si rispetti, già da mesi circolano i nomi dei possibili candidati. In realtà, le formazioni politiche trovano la quadra sui propri candidati solo a ridosso delle elezioni stesse.

L’ipotesi meno plausibile dal punto di vista degli equilibri costituzionali è la salita al Colle di Mario Draghi. Più di un osservatore, infatti, ha fatto notare come il potere e l’autorevolezza di Draghi andrebbero ad esautorare la funzione stessa del capo dell’esecutivo. Quella di Silvio Berlusconi appare invece come una candidatura “divisiva” , visti i trascorsi e la sua appartenenza politica. Lo stesso non ha ancora sciolto (ndr: al momento in cui si scrive) la riserva posta da diversi componenti della sua coalizione e dal buon senso (mancherebbero infatti, conti alla mano, tra i cinquanta ed i cento voti per la sua elezione).

Gianni Letta, durante le commemorazioni per David Sassoli, ha rimarcato che “serve un clima di serenità e concordia all’interno del Parlamento per eleggere il presidente della Repubblica, così come vi è stato per l’ultimo saluto al presidente del Parlamento europeo”. Una figura come quella di Sassoli, super partes è capace di unire le varie parti dell’assemblea parlamentare così come quelle del Paese, sarebbe il prototipo per l’elezione del Capo dello Stato.

I nomi al femminile circolati, invece, sono quelli di Emma Bonino e di Liliana Segre (quest’ultima troverebbe l’appoggio di m5s e pd).

Ad ogni modo, chiunque debba salire al Quirinale si troverà ad affrontare i problemi più urgenti sul tappeto (gli stessi, tra l’altro, per cui è stato chiamato Draghi alla guida del Governo): l’emergenza covid e l’applicazione del PNRR.

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