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L’Europa economica

In un convegno organizzato dall’Unibas, alla presenza, tra gli altri, del procuratore della Repubblica (capo a Potenza) Francesco Curcio e di Raffaele Cantone (alla guida dell’ANAC – Autorità Nazionale Anti Corruzione -), si è discusso di libertà di iniziativa economica e controllo di legalità con particolare riferimento al settore degli appalti pubblici.

Nell’aula magna dell’Università di Basilicata (a Matera) sono intervenuti anche il vice-presidente dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori edili), Edoardo Bianchi, nonchè Eugenio Occorsio, giornalista economico di La Repubblica.

L’iniziativa rientra in un ciclo di incontri curato – come si legge in una nota – da Margareta Berg, imprenditrice da tempo radicata a Matera e promosso dalla Fondazione Enrico Mattei.

Nello specifico i due magistrati, Curcio e Cantone, hanno spiegato le ultime novità in materia di codice degli appalti e del reato di abuso d’ufficio. Dal primo punto di vista si è discusso delle modifiche apportate al codice con particolare riferimento alla “stazione appaltante” che, essendo un ente pubblico, può essere interessato da tutti quei reati che il codice penale annovera come “Reati della pubblica Amministrazione”.

Dunque l’abuso d’ufficio, che recenti voci “propagandistiche” vorrebbero sia abolito, rientra in questo particolare settore del diritto penale. Un settore conosciuto molto bene dalla Procura della Repubblica di Potenza che (anche con l’organizzazione della locale DDA) è specializzata proprio in materia di reati della Pubblica Amministrazione, nonchè di reati ambientali e di associazione a delinquere (di stampo mafioso).

L’abuso d’ufficio, concordano i relatori, andrebbe modificato e migliorato se è vero che, come detto da Bianchi, “per tale tipo di reato su cento procedimenti intentati solo dieci arrivano al giudizio di I grado e solo tre a quello definitivo.”

L’appunto di Bianchi rileva perchè l’azione della pubblica amministrazione colpita da un procedimento giudiziario di questo tipo subirebbe dei rallentamenti.

“Maggiore effetto a fini deflattivi avrebbe – ha ricordato Cantone – la magistratura contabile, intervenendo la sentenza direttamente sulle sostanze economiche del condannato.”

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