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L’autonomia e il ruolo delle Regioni al tempo del coronavirus

Nonostante i tagli alla Sanità degli ultimi anni (circa quaranta mld in dieci anni), le strutture pubbliche del mezzogiorno hanno retto all’epidemia che invece ha bloccato le strutture sanitarie del nord Italia (sia pubbliche che private).

Ed ora si torna a discutere di ripristinare il sistema della “sanità di prossimità” dopo i vari e diversi accorpamenti degli ultimi anni.

Econews a più riprese si è occupato di autonomia differenziata e regionalismo. L’emergenza coronavirus ora ripropone la questione.

Innanzitutto è notizia di questi giorni (Marco Esposito su “Il mattino” dello scorso 19 aprile) la sospensione degli investimenti previsti per legge in via generale della quota del 34% destinata al mezzogiorno.

Il numero di casi di contagio, di ricoverati e di decessi, registrati nel nord dell’Italia, in particolare in Lombardia o in Veneto, non è paragonabile a quelli del sud Italia. E comunque le regioni settentrionali si sono dovuti confrontare per primi con il problema.

Ma è anche vero che in particolare la sanità lombarda è rinomata anche per la sua efficienza, con un numero di strutture (anche e soprattutto private) rinomate a livello internazionale. Purtroppo però la regione lombarda registra il “triste primato di un decimo dei morti di tutto il pianeta” (Giuseppe Genna su “L’espresso” 19 aprile).

Vi è poi la gestione pubblica a livello delle regioni. Ebbene è evidente come molte cose siano sfuggite in particolare all’amministrazione di Fontana (pur essendo Lombardia e Veneto in prima linea nel contrasto al virus). Ciò che è successo nelle residenze per anziani ne è la prova.

Le regioni del sud, forse anche forti di una possibiltà di preparazione maggiore, si sono invece attrezzate per tempo.

Adesso sembra che siano le regioni del sud a chiedere più autonomia a differenza di quanto succedeva almeno fino ad un anno fa. Regioni del sud meno colpite dal contagio da coronavirus e che quindi vorrebbero tutelarsi “autonomamente”.

E mentre per quanto riguarda le misure di contenimento ci si è dovuti conformare alle disposizioni del governo centrale, ora per la fine del lockdown di parla di “regionalizzare” l’uscita dall’emergenza.

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