L’Albania e l’immigrazione di ritorno
Ventisette anni fa, in agosto, giungevano in massa oltre ventimila persone su un’unica nave sbarcata a Bari. Ma “l’emorragia umana” dall’Albania era cominciata già da qualche mese.
A Brindisi già da aprile/maggio del 1991 cominciavano a sbarcare gli albanesi in fuga da un Paese che con il crollo del muro di Berlino perdeva le certezze economico/sociali del comunismo.
Ventisette anni dopo il flusso pare invece essere al contrario.
Il traghetto St. Damian (battente bandiera panamense ma di proprietà greca), in partenza da Brindisi, è pieno di albanesi; gli italiani (e i turisti in genere) si contano sulle dita delle mani. I controlli alla frontiera (sia italiana che albanese) sono comunque molto ferrei dato che l’Albania non è Paese membro dell’UE.
Fation, per tutti Toni, dopo aver vissuto una decina d’anni a Venezia, ora è a Fier che fa il rappresentante per una ditta di olio d’oliva italiano. “Il fenomeno immigrazione – dice – è comune a tutti i popoli e nasce fondamentalmente dall’esigenza, soprattutto economica, di migliorare le proprie condizioni di vita.” “Anche se alla fine – conclude – non c’è altro posto in cui vorresti tornare che non sia casa tua.”
Il rapporto dell’Albania con l’Italia è molto stretto: circa l’80% della popolazione (almeno quella di Valona) parla italiano. E sono in molti gli italiani (soprattutto pugliesi) che lì investono i loro soldi. “Soprattutto in call center e negozi di abbigliamento;” – ci dice Fation – “a loro conviene perchè lo stipendio medio in Albania è di circa 250€.”
Il settore edilizio è a pieno regime, si costruisce ad una velocità notevole ed in molti sono impiegati nel settore. “Quando sono venuto per la prima volta, circa vent’anni fa – ci dice Angelo, salentino – c’erano solo case popolari (quelle costruite dal regime); ora invece spuntano palazzi come funghi, molti destinati al turismo o alla speculazione.”
“Molto ricca di petrolio (soprattutto al suo interno) l’Albania ha comunque un prezzo piuttosto alto della benzina al dettaglio (circa 1,5€) – ci spiega ancora Fation – e questo per noi è un controsenso dato che, ad esempio, nel vicino Kossovo (che acquista petrolio dall’Albania) il prezzo è molto più basso.”