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Il Mezzogiorno è ancora una priorità politica?

Nell’agenda politica (o meglio nel “contratto”) dell’attuale governo si parla di mezzogiorno (un capitolo ad esso dedicato) solo per dire che non ci saranno specifiche misure ad esso dedicate, mentre l’ex ministro leghista Calderoli presenta in Parlamento una proposta di legge per l’autonomia del Veneto.

Il sud, che sembrava tra le priorità politiche del precedente governo – tanto che il premier Renzi aveva predisposto un apposito “Patto per il sud” (con tanto di protocolli e firme con le Regioni del meridione d’Italia) -, nella prima bozza del contratto di governo “giallo/verde” non veniva nemmeno “citato”, laddove invece nella sua versione definitiva (quella istituzionalizzata dall’insediamento del governo Conte lo scorso 1 giugno) nella parte ad esso dedicato si ribadisce che non verranno adottate misure con il “marchio” mezzogiorno.

Il ministro per la coesione territoriale ed il mezzogiorno, Barbara Lezzi, in visita a Matera per l’attuazione dei lavori “cantierizzati” in vista dell’appuntamento con il prossimo anno (Matera “capitale europea della cultura”), ha tenuto a sottolineare come eventuali iniziative parlamentari che esulino dall’accordo istituzionalizzato dal giuramento al Colle non verranno prese in considerazione e che il contratto di Governo prevede che siano effettuate politiche omogenee per ridurre il divario nord/sud.

I ministri Lezzi e Bonisoli (MIBACT) – conferenza stampa (Matera – 5 luglio 2018)

Intanto a Matera si da attuazione (anche tra lungaggini e ritardi – parcheggi e teatro Duni – come rilevato dall’incontro tenutosi a Matera il 5 luglio in Prefettura tra i rappresentanti di Comune, Regione, Mt 19, e ministeri Sud e beni culturali) ai precedenti impegni (finanziamenti fondazione “Matera-Basilicata 2019”, Patto per il sud, contratto istituzionale di sviluppo).

 

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