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I ponti del 25 aprile e del 1 maggio a Matera tra offerta turistica e offerta culturale

Una consistente presenza di turisti, in maggior parte stranieri, si è registrata durante i ponti del 25 aprile e del 1 maggio a Matera.

Il flusso ininterrotto dei numerosi turisti comincia all’imbocco di Via Ridola, lì dove la “Goccia” dello scultore giapponese Azuma si affaccia sui Sassi di Matera dalla stessa prospettiva che doveva aver avuto Carlo Levi quando faceva descrivere da sua sorella nel “Cristo” l’antica cittadina costruita nel tufo. E continua senza soluzione di continuità sino alla piazza centrale ed alla piazzetta di San Giovanni.

Molti dei numerosi operatori del settore (ristoratori e albergatori) hanno registrato il tutto esaurito nei ponti del 25 aprile e del 1 maggio. In città ci sono centinaia di strutture ricettive (quelle censite sono circa quattrocento: si va dal luxury hotel alle stanza di b&b) ed altrettante del settore “food and beverage”.

Quindi fermarsi lungo il tragitto del Piano, o Civita, che in realtà fino agli inizi del ‘900 comprendeva anche la piazza della Cattedrale e la sottostante piazzetta del Sedile, è gioco forza. Molti propongono piatti poveri con ingredienti della tradizione locale, come le fave con le cicorie, ed ingredienti come il peperone crusco, lì dove molti piatti vengono però rielaborati da chef anche piuttosto quotati (tra l’altro nel rione sottostante dei veri e propri Sassi -c’è il ristorante stellato che prende il nome proprio dal suo chef).

Ma anche l’aperitivo è un rito ormai sia per i turisti che per gli stessi materani. I più richiesti sono sicuramente il vino aglianico o una delle tante versioni dello spritz (con Aperol, Campari o Cynar). Ognuno poi cerca di localizzare piatti o bevande.

A detta di molti, passare una serata a Matera non è poi così economico, come poteva essere fino ad una ventina di anni fa quando alcuni sporadici turisti per lo più provenienti da paesi delle regioni limitrofe facevano toccata e fuga in corriera e con il panino portato da casa.

E questo ha inciso anche sul costo della vita in città soprattutto nel centro storico, facendo emergere anche qui, al pari delle citta con una più consolidata tradizione turistica, il fenomeno della gentrificazione.

Matera, per quella che è la sua tradizione artistica legata, per quanto riguarda l’arte pittorica, soprattutto alla scuola napoletana dell’800, sorprende anche per offerta culturale.

Presso il Palazzo Lanfranchi (sede del Museo Nazionale di Matera), ad esempio, sono conservate importanti tele del periodo napoletano (con un’importante collezione del nobile lucano Altobello Persio), o anche del realismo italiano del dopoguerra (con dipinti soprattutto di Carlo Levi – per tutti il pannello di “Lucania 61”), o ancora importanti quadri del pittore materano Luigi Guerricchio. Oltre ad ospitare, lo stesso luogo, mostre di rilievo nazionale ed internazionale (da ultimo una mostra dedicata al Futurismo).

Al Musma (Museo della Scultura Contemporanea) , una delle più importanti realtà museali del Mezzogiorno per quanto riguarda l’arte contemporanea, vi sono esposte opere dei più importanti scultori contemporanei come Achille Perilli. Oltre alle esposizioni permanenti vi sono anche quelle temporanee: ultima, in ordine di tempo, l’installazione del giovane artista Crisa in dialogo con Maria Lai.

Oltre ai Musei “istituzionali” (in particolare il Museo Nazionale di Matera – con le sue due sedi espositive, una dedicata all’arte moderna e contemporanea, l’altra all’archeologia – ed il Musma – Museo della scultura contemporanea) vi sono anche altre e diverse realtà, come ad esempio il Mata (il Museo diocesano), il Tam (Tower Art Museum) o musei virtuali, come Casa Noha o il più recente Matherarium (un museo “immersivo” e virtuale all’interno degli Ipogei Motta), che hanno fatto registrare numerosi visitatori.

Gli operatori museali, quindi, si sono detti soddisfatti delle presenze registrate in questo periodo.

Oltre a questa, che è l’offerta culturale “istituzionalizzata” vi sono poi, in questo periodo, una serie di mostre, lungo il tragitto “turistico” e che hanno riscosso anche un particolare successo di pubblico: si tratta ad esempio di una mostra dedicata ai cimeli della festa patronale della Madonna della Bruna – presso Palazzo Malvezzi (piazza Duomo); o anche una serie di esposizioni fotografiche presso lo studio di Arti Visive in via Beccherie.

Non possono mancare (anzi pare ve ne siano sempre di pù) i negozi di souvenir gestiti da stranieri, in particolare bengalesi, o anche da locali, dove si può trovare di tutto, in particolare riproduzioni in gesso dei Sassi, o ceramiche (dicono provenire dal Salento).

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