Basilicata e mezzogiorno

Il “Turdei” che scende dal Vulture

Chi è la figura simbolo del mito popolare del “Carnevale rionerese”.

Maschera tipica della tradizione carnevalesca rionerese, il ‘’Turdei’’ era un personaggio enigmatico che, scendendo dal Monte Vulture e dirigendosi verso Rionero, si presentava racchiuso in pelli di lana caprina sporca e appallinata, con davanti alle cosce gambali e gambiere di lana corbellata e racchiudeva con funi, funicelle e spaghi il suo corpo tozzo portando sempre al petto dei campanacci di buoi, in una mano una forca di legno nota come ‘’lu furcidd’’ ed in uso ai contadini per ammassare la paglia, in testa un paio di corna molto appuntite e recuperate probabilmente in qualche macelleria, oltre ad un teschio appoggiato su un anca e recuperato, presumibilmente, nel cimitero visto che, tra le tante cose, questo personaggio era anche aiutante necroforo addetto in modo particolare a scavare le fosse.

La figura del ‘’Turdei’’ (che nel dialetto rionerese sta ad indicare una persona stupida e sciocca mentre in termine figurativo indica una persona in carne) animò tantissimo le manifestazioni carnevalesche del remoto passato e, nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, ad impersonare spesso questa maschera tipica della tradizione del carnevale rionerese era un tale Michelangelo Curto, classe 1858, che rimase celebre nel corso del tempo per la sua perfetta rappresentazione del ‘’Turdei’’.

Secondo la tradizione locale il ‘’Turdei’’, nell’insieme del significato della maschera, assume una miriade di simboli, amuleti, riti ed usanze della gente del Vulture mentre dal punto di vista antropologico questa maschera ha un fortissimo valore culturale visto che ogni elemento della maschera vuole simboleggiare ed esorcizzare il male.

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