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Banca popolare di Bari: il piano per il salvataggio

L’istituto di credito pugliese, uno dei più grossi del mezzogiorno per numero di filiali, dipendenti e valore azionario, è stato commissariato lo scorso dicembre per le gravi perdite causate dalla famiglia Iacobini (tre generazioni, Luigi, Marco, ed i figli di quest’ultimo, Gianluca e Luigi, a capo della fondazione che deteneva la maggioranza della proprietà).

Il piano di salvataggio della banca in amministrazione straordinaria presentato nei mesi scorsi prevedeva tra i 600 ed i 900 esuberi, molti dei quali nelle filiali lucane.

L’inchiesta giudiziaria, seguita al fallimento di una società e nei confronti dell’istituto per diversi milioni di euro, ha portato all’arresto lo scorso gennaio di Marco Iacobini. Esposizioni della banca per diverse decine di milioni nei confronti soprattutto di due società immobiliari.

Sia Consob che Banca d’Italia erano al corrente delle gravi perdite subite dall’istituto (già nel bilancio 2018 il patrimonio netto risultava inferiore del 54%) prima del fallimento (a dicembre 2019).

Ciò nonostante la stessa Banca d’Italia ha disposto, a dicembre dello scorso anno, il commissariamento.

L’istituto è stato dunque posto in amministrazione straordinaria. Il fondo interbancario è riuscito a stanziare oltre 1 mld di euro per il salvataggio della banca e per i soci è previsto il voto per la trasformazione in società quotata e per l’aumento di capitale.

Da ultimo la regione Basilicata ha proposto la sua partecipazione azionaria per evitare la perdita di risorse (dipendenti e filiali) sul territorio.

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