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L’Europa, il gas russo e le sanzioni economiche

La Russia è con le spalle al muro per via delle sanzioni economiche. Putin chiede il pagamento in rubli per il gas sovietico, ma la via per l’indipendenza dell’Europa dal gas russo è già avviata.

E’ di ieri (28 marzo) la dichiarazione del G7 (a presidenza tedesca) per cui il pagamento del gas russo in rubli, in base ai contratti in essere, non è “accettabile“.

Commissione Europea e Stati Uniti ,lo scorso 24 marzo, hanno trovato un accordo (siglato a Bruxelles dal presidente americano, Joe Biden e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen) per la fornitura di gas liquido proveniente da oltreoceano e ridurre così la dipendenza dell’Europa dal gas russo (gli Stati Uniti sono invece già autonomi da questo punto di vista e tra i maggiori esportatori).

Le principali rotte del gas oggi esistenti per l’Italia (foto: Adnkronos)

Si tratta di ulteriori 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquido (gnl) – oltre a quelli già stabiliti da forniture precedenti – per l’anno in corso; più altri 50 miliardi di metri cubi per i prossimi sette anni.

Si tratta dunque di gas liquido statunitense da stoccare in Europa tramite rigassificatori (alcuni Paesi già ne sono provvisti, altri no). “Per cui l’accordo prevede – come spiegato dal presidente USA – anche la costruzione di una rete di stoccaggio del gas in tutto il continente e le infrastrutture necessarie per ricevere il gnl nonché per l’uso efficiente del gas“.

In Italia ora invece si cercano le partecipazioni societarie ed i pacchetti azionari degli oligarchi, dopo che pezzi grossi dell’acciaio, del gas e del petrolio, si sono già visti congelare beni per circa 850 milioni di euro. Il cash depositato in banca dai “paperoni” russi ed individuato finora ammonta invece a circa 15/20 milioni.  

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