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Nel film di Luca Guardabascio il racconto della violenza domestica

Una serata dedicata alla violenza di genere, quella dello scorso 24 marzo organizzata dall’associazione “Camera con vista”, con una proiezione pubblica e ad ingresso libero del film di Luca Guardabascio, “Credo in un solo padre”.

La locandina del film di Guardabascio

La storia è ambientata vicino Eboli ed il film è stato girato tra Basilicata e la Campania nel 2019. Alla proiezione, ed al dibattito che ne è seguito, erano presenti lo stesso regista e gli attori Giordano Petri, Anna Marcello e Anna Rita Del Piano (attrice con un ruolo anche nel film, che dell’associazione “Camera con vista” ne è la promotrice).

Un cast molto nutrito (tra gli altri: Massimo Bonetti, Flavio Bucci, Francesco Baccini) per un film chiaramente molto duro nei contenuti ma alla fine della proiezione c’è stato un dibattito pubblico, a cui hanno partecipato anche scolaresche, con il regista, gli attori e due psicologhe a spiegare le dinamiche della violenza di genere (in particolare quella che avviene tra le mura domestiche).

La storia: Gerardo (già dal nome si capisce l’ambientazione) è sposato con Maria, ha due figli e vive nel casolare di famiglia insieme ad un fratello (che rappresenta l’anima pura, colui che salverà la “famiglia”) sordo muto e al padre (che si rivelerà l’orco, quello che abuserà della sua autorità paterna).

Quando Gerardo andrà via da casa, il padre (che già covava una passione malsana causata dalla separazione traumatica dalla madre durante la guerra, quand’era bambino) riserverà attenzioni particolari prima alla nuora e poi, quando Gerardo si suiciderà, addirittura alla nipote; fino a quando il fratello Ciriaco non si ribellerà e colpirà il padre con un forcone.

Una storia fortemente drammatica, tragica, che è tratta da un fatto vero di cronaca avvenuto sul finire degli anni ’90.

“In sceneggiatura abbiamo voluto cambiare qualche elemento romanzando un pò la storia” – dice Guardabascio.

“Nella realtà gli esiti di tutta la vicenda – continua il regista – sono stati ancora più paradossali (con il nonno orco che ha continuato a vivere tranquillamente, la nuora di cui si diceva fosse consenziente e la nipote che nella realtà avrebbe subito la violenza sessuale). Nel film abbiamo, invece, voluto inserire la scena di Ciriaco che interviene col forcone a salvare la ragazzina.”

Autore anche di un film sulle vicende della nave Andrea Doria, il regista campano spiega che “ci sono voluti diversi anni dal fatto di cronaca prima che, insieme all’autore del libro “Senza far rumore” (da cui è tratto il film), ne facessimo una sceneggiatura”.

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