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Il cinema che non c’è

Un fine settimana di proiezioni a Matera, città in cui il cinema è quello fatto dalle grandi produzioni nazionali ed internazionali che la raccontano però come sfondo da cartolina.

Ma non è città che produce cineasti, a quanto pare, stando a due film proiettati tra sabato e domenica scorsi: l’uno al Comunale Guerrieri, “Sassiwood” di Antonio Andrisani e Vito Cea, e l’altro in un locale del centro storico, “Ocho – sandwich bar”, “Oblio” di Kiana Tajammol.

Due generi completamenti diversi, per due metraggi opposti. Il primo un lungo che però era nato come un corto; il secondo un corto che, per temi, trama e personaggi, avrebbe dovuto essere trattato come lungometraggio.

“Sassiwood” vuole essere una parodia proprio di quel cinema che viene girato a Matera (di solito di carattere religioso). Ma con quel cinema, con quella film commission, ed in definitiva con il “pacchetto turistico” che viene venduto allo spettatore tramite queste produzioni, Andrisani ci flirta. Insomma alla fine è un volemose bene e ad assistere alla proiezione ci sono il sindaco ed il direttore dell’Atp. Uno spot di 90 minuti e passa. Sketchs più che altro adatti al genere televisivo con la pretesa di fare cinema sociologico.

“Oblio” invece può essere tranquillamente una di quelle prove che tutti gli allievi di scuole di cinema fanno agli esordi. Low badget, girato con una, massimo due videocamere (probabilmente di cellulare e macchina fotografica), vuole essere un film ad effetto, per il genere (noir) e per la ricerca della suspence. Rimangono però ai margini storia (non sono sviluppati ne trama, ne intreccio) e personaggi (appena abbozzati, senza carattere).

Un pò poco, in fondo, per una città, Matera, che dovrebbe non solo produrre turismo (con tutto ciò che intorno ad esso orbita, tra cui certo cinema e certa televisione) ma anche esprimere voci all’altezza della settima arte.

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