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La poetica di Cronenberg

“Ogni autore fa politica nella misura in cui esprime il proprio punto di vista sul mondo”. Risponde così David Cronenberg alla domanda sull’accostamento a John Carpenter, suo amico tra l’altro. “Io sono un autore canadese ed ebreo ed è già questo il mio essere politico”.

In uno dei suoi film più riusciti (“La mosca” del 1986) che gli ha dato la notorietà, che lo ha fatto diventare il capostipite del genere “body horror” ed in cui è condensata la sua “poetica della carne”, fa dire al protagonista, un grande Jeff Goldblum, in piena trasformazione del suo corpo “La mosca in quanto insetto, quando nasce non fa politica, ma poi se interviene in un processo di trasformazione umana ecco che anche una mosca fa politica.”

Il regista canadese settantottenne non ha alcuna nostalgia di come si facevano i film un tempo, in particolare negli anni ’80, soprattutto per quanto riguarda l’editing. Un suo collega, tale Steven Spielberg, invece, ha dichiarato di ricordare con molta nostalgia quei tempi. In fatto di scenografie e costumi molto del successo dei film (come ad esempio E.T.) di quell’epoca, in particolare film di fantascienza, si giocava proprio su costumi e scenografie. Senza quegli effetti digitali che poi hanno consentito di fare un lavoro diverso.

Di formazione scientifica (è biologo), Cronenberg è considerato un precursore dei tempi. “Ma non mi sento un visionario, ma semplicemente un artista che sente e si connette con il proprio tempo.” La tecnologia e le scoperte in campo biomedico fanno parte infatti del bagaglio dei suoi film. Ma poi ciò che conta, per uno che, oltre ad essere regista (è anche direttore della fotografia, montatore, sceneggiatore) è anche scrittore, è quello che si comunica al pubblica. “Il cinema è il luogo dei sogni, in cui questi prendono vita sullo schermo.” Ed è in questa dimensione, di “sospensione dell’incredulità”, che infatti si muovono tutti i suoi film.

Molto legato all’Europa, di cui apprezza intellettuali e contesto, è stato chiamato a dirigere un film in Grecia dopo che egli stesso aveva deciso di tralasciare il cinema per dedicarsi maggiormente alla scrittura (soprattutto di romanzi). “Scrivere romanzi è completamente diverso che scrivere film”.

Sulla sorte del cinema “tradizionale” come le sale cinematografiche o i festival, Croneberg pensa che queste modalità si dissolveranno a tutto vantaggio delle modalità streaming.