artecultura

Giovanni Caccamo e il suo “muro del cambiamento”

Manifesto per un nuovo umanesimo” è quello a cui ha risposto il giovane cantautore siciliano. Un invito raccolto direttamente dal conterraneo Camilleri.

E allora eccolo in giro per musei (quando ci si aspetterebbe di trovarlo ai concerti) a presentare un documentario ed il pannello interattivo su cui compaiono le parole del cambiamento, quelle di personaggi noti e di gente comune.

Già presentato al Maxxi ed il pannello esposto lì per mesi. Ora è a Matera al Musma.

L’importanza delle parole è il lascito di Camilleri. Quello dell’invasività dei mezzi di comunicazione il monito lanciato da Arnaldo Pomodoro.

Sì perchè Caccamo cerca “di trovare nell’arte un nuovo modo per rapportarsi con la vita”. Questo l’input di un lavoro (racchiuso, tra l’altro, in un volume edito da Treccani) lungo due anni e nato durante il periodo della pandemia.

“Guardarsi in faccia uscendo dalla trappola dei social network” a cercare parole che racchiudano esperienze e significati e che dicano della voglia tutta umana (anzi umanistica) di cambiare la realtà e finanche se stessi per essere se stessi, del cambiamento, del rinascimento, dell’umanesimo.

“Parola ai giovani” allora, depositari naturali di questa voglia, anzi di una necessità. E via con le parole del cambiamento.

“L’esperienza è stata condensata in cinque ore chiusi in una delle stanze dei Musei Vaticani. Sotto la “Scuola di Atene” di Raffaello abbiamo dato adito a tutto ciò che per noi ha significato quest’esperienza.”. Così il libro di Caccamo (edito dalla Treccani), “Manifesto del cambiamento – parola ai giovani” (con la prefazione di Papa Francesco e opere di Guido Strazza, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Isgrò ed altri) rappresenta la voce di circa sessanta giovani sognatori che hanno provato a disegnare l’evoluzione di un possibile futuro.

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