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Matera: il marketing territoriale e le “resistenze”

Una recente intervista del “The New York Times” al sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, ha rilanciaro il dibattito sulla “sorte” degli antichi rioni di tufo, i Sassi, di Matera.

Lo stesso sindaco si dice perplesso di fronte ad un turismo di massa, “mordi e fuggi”. Ma è quello che sta accadendo alla città diventata capitale europea della cultura. Con una serie di eventi sempre più improntati ad azioni di marketing, con attività economiche (ristorazione, alberghi e quant’altro) legate essenzialmente ad un turismo di massa.
Laddove invece si vorrebbe maggiormente scoprire lo spirito autentico del luogo. Con una politica locale quasi schiacciata dal peso di questa incombenza, incapace di pensare ad azioni che riescano effettivamente a creare autentiche azioni culturali o sociali. Chi si ricorda più, ad esempio, degli alloggi popolari nei Sassi annunciati anni fa? O dei locali negli stessi Sassi da assegnare ad associazioni o operatori culturali? Più facile rassegnarsi alla pioggia dei finanziamenti pubblici (inizialmente 50 mln €) ed ai conseguenti “strali” di ministeri e Invitalia; più facile infine rassegnarsi a chi mette sul piatto sempre più soldi (da pizzerie e bad and breakfast agli alberghi extralusso) piuttosto che immaginare e proporre una diversa “narrazione” della città.

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