La rivalutazione del “futurismo”
Le recenti proposte espositive, italiane ed estere, accendono i riflettori sul movimento pittorico italiano nato agli inizi del secolo scorso e che vede tra i suoi più illustri rappresentanti artisti come Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla (il Manifesto Futurista è del 1909 e porta la firma del poeta d’avanguardia Filippo Maria Marinetti).
Che ci sia una rivalutazione del movimento artistico italiano, che influenzò anche altre avanguardie in Europa e nel mondo, è dato dal numero di mostre dedicate al movimento futurista ed ai suoi esponenti: come a Padova, ad esempio, “Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia”, o a Parma, “Dall’alto. Aeropittura futurista”; ma anche in Olanda (“Marinetti en het futurisme”) e altre ne sono annunciate in Italia e all’estero.
Solo a Matera è in corso, presso il Musma, l’esposizione dell’opera icona di Boccioni forme uniche della continuità nello spazio, mentre dal 20 ottobre è prevista la mostra, presso il palazzo Lanfranchi di Matera, “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento”, a cura di Massimo Duranti.
Nell’esposizione materana sarà presente, tra le altre diverse opere, un fondamentale nucleo di manifesti futuristi concessi dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso.
Il Museo trevigiano, facente capo alla Direzione Regionale veneta, proporrà a sua volta una grande mostra specificamente riservata al tema del manifesto futurista, con il titolo “Futurismo di carta”. L’esposizione trevigiana, a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, si svilupperà nella sede del San Gaetano del Salce in due successivi momenti con altrettante mostre.