Terry Gilliam accende il Matera Film Festival
Il regista americano, naturalizzato inglese (la cui filmografia spazia da film come “La leggenda del re pescatore” del 1991 a”L’uomo che uccise Don Chisciotte” del 2018, passando per “Brazil“, “L’esercito delle 12 scimmie“, con una filmografia vastissima – conta decine di film – e varia nei generi – dal fantasy all’animazione) è stato l’unico americano del mitico gruppo inglese dei “Monty Python”. E’ così, infatti, con l’animazione dei famosi cartoni (“Monty Python e il sacro Graal”, del 1975) che Gilliam nasce come regista . Definito dalla critica visionario e psichedelico (in realtà ha cominciato con il cinema proprio negli anni della psichedelia dei ’70) è apprezzato dal pubblico per un cinema che arriva dritto al cuore, allo stomaco, ovvero “la dove i sogni sono più profondi”.
Artista “atipico”, più vicino a Stanley Kubrick che a Ken Loach. Il suo cinema è stato paragonato a quello di Fellini o di Bunuel. Il suo primo strumento espressivo è però la pittura.
“Dal punto di vista del processo creativo parto da un’idea di base per poi dedicarmi alla sceneggiatura. Nello storyboard però cambio molto. E mi affido anche molto alla capacità degli attori che hanno di improvvisare.” Così Gilliam alla master class del festival cinematografico che quest’anno è giunto alla quarta edizione.
“Dei produttori con cui ho lavorato devo dire che i fratelli Weinstein sono stati quelli con cui ho avuto più problemi nel senso che sono (Harvey in realtà lo era) degli ottimi procacciatori d’affari però io non accettavo che mi imponessero le loro scelte sui film.”
Gilliam ha lavorato, tra gli altri, con attori come Jeff Bridges (“La leggenda del re pescatore”, “Tideland”), Johnny Depp e Benicio Del Toro (“Paura e delirio a Las Vegas”), Robin Williams (“La leggenda del re pescatore”, “Le avventure del barone di Munchausen”). Di quest’ultimo ne ha ricordato le doti umane ed artistiche. “Era uno – ha detto – che captava le idee intorno a lui e le trasformava in gags comiche. Più che un attore per me è stato un amico.”